Il 17 giugno, durante l’evento “Sto con te – L’importanza del prendersi cura” organizzato dalla Fondazione Benedetta D’Intino al Teatro Parenti di Milano a favore del Centro omonimo, è stata presentata in anteprima la nuova campagna “Gabbie” firmata dall’agenzia Armando Testa.
Tre soggetti per stampa, affissione e formati digitali scelgono la strada del grande impatto visivo, con tre ritratti di bambini, realizzati con Al, simbolicamente prigionieri di una gabbia non reale ma disegnata da un tratto bianco.
Il film, prodotto da AT Studios con la regia di Augusto Storero, sceglie la strada dell’emozione,
invitando ad immaginare la vita di altrettanti bambini – in una cameretta, al parco, in cucina con la mamma – e provando a sintetizzare l’universo complesso della Comunicazione Alternativa Aumentativa, svelando che per ognuno di quei bambini riuscire finalmente ad esprimersi è davvero vita. E infatti le linee che disegnano la gabbia si aprono trasformandosi in un poetico volo di farfalle, mentre le note e le parole di Abbi cura di me, la splendida canzone di Simone Cristicchi, accompagnano le immagini del film.
Armando Testa, da sempre molto sensibile alle campagne sociali, come dimostra la lunga tradizione nelle campagne no profit, ha offerto pro bono il suo contributo per sostenere l’importante lavoro del Centro Benedetta D’Intino.
Ascoltando e intervistando le famiglie del Centro, ascoltando i nostri medici e educatori e provando ad immaginare e trovare un simbolo che potesse avvicinare il mondo dei nostri bambini al mondo di chi come te ci aiuta e sostiene, è nata la campagna “Gabbie” firmata dall’agenzia Armando Testa.
“Abbi cura di me”, brano di Simone Cristicchi che fa da colonna sonora allo spot, “è stato anche il principio che ci ha mosso sin dal primo incontro con il Presidente e i responsabili del Centro”, commentano Michela Sartorio e Monica Pirocca, direttrici creative Armando Testa e ideatrici della campagna.
“Avere cura di tutto quello che stavamo ascoltando, e di quello che avremmo letto e approfondito in seguito, era per noi l’unico modo di affrontare un universo difficilissimo da immaginare, ma che era necessario rendere tangibile per raggiungere più persone possibili.
L’equilibrio per questo tipo di campagne è così delicato, serve impatto per farsi vedere e per stimolare una reazione, e servono il rispetto e la delicatezza per non rischiare di turbare o, peggio, offendere chi soffre ogni giorno.
La campagna Gabbie è nata dalla consapevolezza di dover avere cura di quell’equilibrio tra “pugno” e garbo, abbiamo scelto per esempio di non avere gabbie metalliche, realistiche, ma di lavorare più simbolicamente con un tratto illustrato.”
Grazie a